Quando si parla della sindrome del tunnel carpale ci si riferisce ad una condizione caratterizzata da:

  • FORMICOLIO e DOLORE alle prime tre dita della mano (e parte dell’anulare). Nelle fasi iniziali questi sintomi sono quasi esclusivamente notturni e migliorano con il movimento; col progredire del problema i sintomi iniziano a manifestarsi anche di giorno.
  • DEBOLEZZA della muscolatura del pollice, e quindi difficoltà nelle prese di forza come svitare un barattolo.
  • Col tempo si può manifestare una IPOTROFIA (ovvero una perdita di volume) della muscolatura alla base del pollice.

Questa condizione è causata da una compressione del nervo mediano a livello del Tunnel carpale.

Il nervo mediano “nasce” a livello cervicale, viaggia attraverso il cavo ascellare, la parte interna del braccio, la faccia anteriore dell’avambraccio e raggiunge la mano passando attraverso il tunnel carpale (a livello del polso).

Il tunnel carpale è uno spazio chiuso, delimitato inferiormente dalle ossa del carpo e chiuso superiormente dal legamento trasverso del carpo, all’interno del quale scorrono i tendini flessori ed appunto il nervo mediano.

Quando, per vari motivi, i tendini flessori diventano “più voluminosi”, il nervo mediano risulterà schiacciato, e manifesterà la sua sofferenza con formicolio dolore e debolezza.

Le cause possono essere molteplici:

  • Svolgimento di lavori manuali che vanno a sovraccaricare queste strutture (attenzione perché fra questi va annoverato anche l’utilizzo prolungato del PC).
  • E’ una problematica tipica della gravidanza, in quanto la ritenzione idrica caratteristica di questo periodo favorisce l’aumento di volume dei tendini flessori.
  • Le donne in menopausa sono più soggette a questo problema, probabilmente per i cambiamenti ormonali a cui vanno incontro in questo periodo.

Perché il dolore peggiora di notte?

Perché l’immobilità notturna favorisce la stasi dei liquidi e quindi l’edema (ovvero il gonfiore) dei tendini flessori. Tanto è vero che nelle fasi iniziali il dolore scompare semplicemente muovendo un po‘ la mano.

Il trattamento conservativo deve basarsi su 4 pilastri:

  • Utilizzo di un tutore notturno, che riduce i sintomi mantenendo il polso in una posizione neutra.
  • Esercizi di stretching.
  • Terapia manuale (o meglio ancora trattamento osteopatico) della colonna cervicale, del torace e dell’arto superiore; ovvero di tutti i punti attraverso i quali transita il nervo mediano prima di arrivare alla mano.
  • Educazione sul corretto posizionamento della mano durante il lavoro al pc e col mouse.

Non si sono invece dimostrate efficaci le terapie fisiche (laser, ultrasuoni, magnetoterapia ecc).

Qualora i sintomi non dovessero regredire con il trattamento conservativo si può prendere in considerazione la CHIRURGIA, che consiste sostanzialmente in un sezionamento completo del legamento trasverso; questo intervento aumenta lo spazio a disposizione del nervo mediano, eliminandone così la compressione.

Nel decorso post-operatorio sarà fondamentale:

  • Attenersi al periodo di riposo indicato dal chirurgo.
  • Prendersi cura della cicatrice.
  • Eseguire esercizi di mobilità e di rinforzo sotto la guida di un fisioterapista.

Dott. Marco Zignani

FISIOTERAPISTA – OSTEOPATA

Tratto dall’articolo di JOSPT: https://www.jospt.org/doi/full/10.2519/jospt.2019.0502?fbclid=IwAR2bEzyzM-HTlhbRRRYF2Ltrg-8aS-AToodHqYVNf4-FYJEWIaAa2uRNOiI

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2020-02-07T07:32:16+00:00
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