Anatomia

L’omero è, per intenderci, l’osso del braccio (evidenziato in rosso nella prima immagine sotto). Ed il Trochite è una protuberanza situata nella sua porzione superiore (evidenziato il blu nella seconda immagine).

Questa protuberanza ossea è molto importante perché su di essa si attaccano i tendini di diversi muscoli. Fra questi abbiamo i muscoli sovraspinato, sottospinato e piccolo rotondo (che fanno parte della “famosa” cuffia dei rotatori) fondamentali per la funzionalità della spalla, perchè ne garantiscono movimento e stabilità.

Meccanismi di infortunio

Il trochite è soggetto a fratture principalmente in caso di caduta sulla spalla, tipicamente cadendo dalla bicicletta o sciando (sebbene nel soggetto anziano, a causa dell’osteoporosi, si assiste a fratture anche per traumi minori come cadute in ambito domestico o movimenti bruschi).

Tali fratture, a seconda della gravità, possono essere sommariamente divise in composte e scomposte.

Fratture composte

Le FRATTURE COMPOSTE sono le meno gravi.

Questo tipo di fratture non è sempre visibile con una radiografia, ed è pertanto spesso richiesta una risonanza magnetica.

Il trattamento è quasi sempre conservativo, ovvero non chirurgico, e basato principalmente su:

  • Immobilizzazione (tutore per almeno 3 settimane) e riposo.
  • Eventuale utilizzo di farmaci antinfiammatori per il contenimento del dolore.
  • Successiva fisioterapia per il recupero della mobilità e della forza.

Ahimè, il tempo richiesto per una guarigione completa spesso non è breve (per la mia esperienza sovente anche sei mesi).

La causa di ciò è da ricercarsi principalmente nel lento riassorbimento dell’edema osseo nella sede di frattura e nell’instaurarsi di capsuliti post-traumatiche che rallentano la scomparsa del dolore ed il completo recupero della mobilità.

Fratture scomposte

Una frattura si definisce scomposta quando l’osso, oltre ad essersi rotto, si è anche spostato dalla sua sede naturale (questa condizione può essere associata ad altre, come la lussazione della spalla o una lesione dei tendini della cuffia dei rotatori). Capite quindi come questo tipo di fratture rappresentino un tipo di infortuno ben più grave rispetto a quelle composte.

Il trattamento delle fratture scomposte è l’intervento chirurgico, seguito da un periodo di immobilizzazione e dalla successiva fisioterapia.

Le tempistiche per un completo recupero sono perciò ancora più lunghe: stiamo parlando di svariati mesi con la possibilità che una certa quota di dolore permanga molto a lungo.

Riabilitazione

Soffermiamoci un momento sul TRATTAMENTO FISIOTERAPICO:

Nelle fasi iniziali gli obbiettivi saranno:

  • Il recupero della MOBILITA’ fatto con mobilizzazioni passive praticate dal terapista e con esercizi da eseguire a domicilio (mantenendosi sempre al di fuori di gradi intensamente dolorosi)
  • Il CONTENIMENTO DEL DOLORE: in quest’ottica la ripresa del movimento aiuta già di per sè, ma talvolta si ricorre a terapie fisiche quali tecar-terapia o magneto-terapia (sia per loro effetto anti-infiammatorio che per la capacità di favorire il riassorbimento dell’edema osseo).

Più si va avanti nel percorso di recupero, maggiore spazio sarà dato al RINFORZO MUSCOLARE (effettuato prima a corpo libero e poi con l’aiuto di pesi ed elastici) volto a recuperare il normale svolgimento di tutte le attività quotidiane e l’eventuale ripresa della pratica sportiva.

Dott. Marco Zignani

Fisioterapista – Osteopata

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2024-01-02T17:19:06+00:00
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